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Lutto in famiglia: come spiegarlo ai bambini

LUTTO IN FAMIGLIA: COME SPIEGARLO AI BAMBINI

Spesso, quando ci travolge un lutto, non sappiamo come comunicarlo ai bambini e come gestirlo. Ci poniamo molte domande: se sia giusto raccontare loro la verità rispetto alla morte e a come sia sopraggiunta, se non sia troppo doloroso portare i bambini al funerale, se sia corretto mostrare la nostra disperazione e farsi vedere piangere, e molte altre questioni a cui non è facile dare risposta.
Occorre precisare che i concetti di ineluttabilità e di irreversibilità della morte, sono qualcosa a cui i bambini si affacciano intorno ai 7/8 anni, mentre fino ai 2/3 anni la morte è vista come assenza (reversibile) di movimento, e dai 3 agli 8 anni circa si affaccia come un concetto magico, misterioso, e resta un processo reversibile. Già intorno ai sei anni il lutto innesca colpa, rabbia e impotenza, che poi esplodono con la raggiunta consapevolezza dell’irreversibilità della morte, assieme a espiazione e sacrificio.

LUTTO IN FAMIGLIA: COME SPIEGARLO AI BAMBINI

Gli stati d’animo dei bambini di fronte al lutto

Di fronte al lutto i bambini si sentono traditi, provano confusione, senso di abbandono, colpa e paura, perdita di controllo, solitudine, tristezza, rabbia e vergogna spesso inespresse, e hanno la sensazione di doversi prendere cura dei propri cari. È assolutamente necessario che questi stati d’animo siano riconosciuti dall’adulto, accolte e normalizzate: il bambino ha bisogno di sentire che il suo sistema emotivo-percettivo è ben funzionante e che è assolutamente normale e giusto sentirsi così; per questo è auspicabile che gli adulti si mostrino nel loro dolore, seppur contenendo le reazioni di disperazione, permettendo così al bambino di esprimere il proprio. È importante che l’adulto dica al bambino che più si vuol bene a qualcuno più è naturale soffrire quando lo si perde, che il dolore, la sofferenza e anche la rabbia sono normali e che stare vicino a qualcuno di fiducia e lasciarsi consolare è necessario.

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Dire tutta la verità

Quando si deve comunicare la morte, imminente o avvenuta, di qualcuno a un bambino occorre dire tutta la verità, poiché i bambini sono altamente percettivi e possono farsi fantasie angosciose riguardo a ciò che percepiscono non sia stato detto loro, oltre a mettere in discussione la loro cieca fiducia nei confronti dell’adulto. Bisogna inoltre comunicare al bambino questa verità il prima possibile, con compassione e in un ambiente familiare, soffermarsi a dichiarare che lui non è in alcun modo responsabile di ciò che è accaduto e ripeterglielo dolcemente per molto tempo. È inoltre fondamentale rassicurarlo sul futuro e soprattutto sul fatto che la persona amata non sarà dimenticata e, se possibile, accompagnarlo nei riti di saluto (visita al capezzale, funerale…).

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Aiutare i bambini a esprimere la sofferenza

Spesso sembra che i bambini stiano “prendendo bene” la perdita, perché giocano, corrono come sempre. Poi accade che, magari a distanza di tempo, improvvisamente il dolore, la rabbia e la paura vengano fuori prepotentemente in difficoltà scolastiche, disturbi del sonno o dell’alimentazione, aggressività, isolamento, ritiro sociale: i bambini sono piccoli per esprimere la sofferenza, non hanno parole né capacità cognitiva per raccontarla e hanno bisogno che gli adulti li accompagnino trovando le parole per esprimere rabbia, paura, dolore.

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Aiutare i bambini a trovare un linguaggio d’amore

L’adulto è dunque chiamato ad aiutare il bambino a trovare un linguaggio d’amore (colori, emozioni, ricordi belli, ricchezza della relazione, risate, segreti condivisi, sensazioni) per raccontare i suoi vissuti poiché i ricordi d’amore sono un tesoro prezioso che rendono il cuore aperto alla vita e agli altri, sostengono l’elaborazione del lutto e valorizzano ciò che la relazione con la persona che è mancata ha permanentemente lasciato impresso.

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Rituali di saluto

Così come gli adulti, anche i bambini hanno bisogno di partecipare ai rituali di saluto del caro che è deceduto. È importante portare i bambini al funerale e, se la persona prima della morte imminente, fosse in una situazione di malattia terminale, portarli al capezzale, affinché possano condividere con l’adulto il saluto.
 

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